Un futuro dal cuore antico

Oggi l’economia della regione è particolarmente legata al turismo: la Sardegna è infatti tra le regioni più belle dal punto di vista naturalistico. Alla Sardegna appartiene un quarto di tutte le coste d’Italia, con paesaggi straordinari, spiagge attrezzate per i turisti o ancora di intatta e solitaria bellezza. Per moltissimo tempo l’economia sarda è stata legata alla pastorizia e ancora oggi l’allevamento delle pecore e delle capre è largamente praticato; dal latte prodotto si ottengono ottimi formaggi, tra cui il noto pecorino sardo. La pesca, anche se importante, rimane tuttavia un’attività secondaria. L’agricoltura, ostacolata dal suolo poco fertile e povero d’acqua, è  di tipo tradizionale, ma nelle pianure costiere si trovano colture specializzate come vite, riso e ortaggi. La costruzione di centrali termoelettriche ha permesso l’avvio dell’industria chimica e petrolchimica, metallurgica e della raffinazione del petrolio. L’estrazione mineraria, un tempo risorsa importante per la ricchezza del sottosuolo sardo, è oggi molto ridotta; gli antichi impianti minerari, inseriti in un Parco geominerario, sono importanti testimonianze archeologiche e fonte di interesse per il turismo.
Di notevole importanza è l’artigianato artistico. Le sue origini risalgono alla Preistoria: pare che i vasi in sughero fossero già prodotti prima del Neolitico; le maschere di legno, ancora indossate nei festeggiamenti dei più noti carnevali sardi, appartengono all’età nuragica. La scivedda, caratteristico contenitore in terracotta, appartiene al periodo romano; di epoca bizantina è invece l’arte dei ricami e dei gioielli.
Un prodotto quasi esclusivo della Sardegna è il sughero, che si ricava da una varietà di quercia.
Allevamento di pecore.
Il pecorino, uno dei più famosi formaggi sardi.
Una maschera di legno.