Dalla terra e dal mare

Il terreno e il clima delle montagne non consentono coltivazioni ma, fin dall’antichità, vi è stata praticata la pastorizia. Le greggi durante la stagione fredda venivano trasferite verso le zone pianeggianti, soprattutto nelle campagne della Puglia e del Lazio ricche di pascoli. Questa pratica si chiamava “transumanza”. Oggi le greggi hanno carattere “stanziale”, cioè restano tutto l’anno sui pascoli abruzzesi. Altro allevamento diffuso nella regione è quello dei bovini e dei caprini.
L’agricoltura è praticata da sempre in Abruzzo, benché la terra non offra facilmente i suoi doni. In alcune zone i contadini devono lavorare con fatica e sacrificio. In tutta la regione si producono cereali, legumi, ortaggi e frutta. Le zone collinari verso la costa sono, in genere, le più fertili e si presentano ricche di oliveti e di vigneti. Prodotti tipici sono lo zafferano e la liquirizia. Ottimo e profumato è il miele. Lungo la costa si esercita la pesca che consente di portare sulla tavola una grande varietà di pesci e crostacei.
Gregge al pascolo.

Vita in Abruzzo

Molti paesi di montagna sono stati abbandonati: gli abitanti si sono trasferiti nei centri più sviluppati, soprattutto verso la costa, dove la vita è meno dura e dove è possibile trovare lavoro nelle industrie (mobilifici, fonderie, molini, oleifici ecc.) e nei centri balneari.
Già nel secolo scorso si era verificata una forte emigrazione di Abruzzesi verso l’estero (soprattutto America e Australia) e verso l’Italia Settentrionale. Oggi vari borghi tornano a vivere grazie alla riscoperta da parte dei turisti.

Mani operose

L’artigianato è sopravvissuto nonostante lo sviluppo delle industrie. Ancora oggi mani operose producono tradizionali ceramiche artistiche, oggetti di rame di uso comune, tessiture e merletti, borse di pelle e selle per i cavalli, strumenti musicali e perfino… preziosi gioielli d’oro.
La pesca è molto praticata lungo le coste abruzzesi.
La fabbricazione manuale di una sella.