America oggi – 4 novembre 2006
L’idea è sorta in collaborazione con la Direzione Didattica del Prof. Alfio Russo.
Volevamo trovare un argomento che interessasse e coinvolgesse insegnanti e studenti. Abbiamo così riflettuto sulle metodologie più adatte all’insegnamento dell’italiano tenendo presente le specifiche esigenze locali: una rappresentazione teatrale.
La rappresentazione teatrale infatti aumenta le motivazioni per lo studio e aiuta molto nel percorso di apprendimento di una lingua straniera. Il libro di Vecchioni si presta molto a questo. Leggere significa provare emozioni, avere sentimenti, ma bisogna possedere le parole per poterli esprimere.
Rappresentare a teatro ciò che si è letto può motivare molto gli studenti a comunicare in lingua italiana. I ragazzi devono curare la sceneggiatura, la recitazione, le scene, i costumi, musiche ed effetti sonori, luci, tutto.
Gli insegnanti durante il Corso di formazione si sono sentiti coinvolti e messi in gioco.
In questo modo, collaborando, si lasciano andare e diventano attivi. Sicuramente complicato dal punto di vista logistico l’ambiente del Consolato dove si è svolto il Corso: gli insegnanti erano divisi in gruppi, hanno cambiato aula diverse volte davanti agli impiegati piuttosto stupiti. Ma per degli educatori, che non conoscono questi posti, è stato importante. Spesso questi locali sono chiusi e considerati come torri eburnee solo per intellettuali famosi.”