Un turista attento e curioso come te non si sarà lasciato sfuggire nessuna occasione: nell’Abruzzo e nel Molise le sagre, le feste, i riti, le processioni si sono conservate intatte attraverso i tempi e testimoniano le antiche tradizioni locali. Con il tempo alcune abitudini stanno cambiando. Per esempio, fino a una ventina di anni fa, in molti paesi il pane si faceva in quasi tutte le case e le donne andavano direttamente al mulino dal mugnaio per rifornirsi di farina. Oggi i mugnai non ci sono più e anche altri mestieri vanno scomparendo, però tu sai che in alcuni paesi sopravvivono abili artigiani o vecchie botteghe.
I paesi interni dell’Abruzzo e del Molise sono rimasti isolati dal resto del mondo per molti secoli. Mancavano le vie di comunicazione, spesso non vi era scambio neppure tra paese e paese perché in mezzo c’era un fiume o una valle. Inoltre le risorse erano scarse e bisognava lavorare duramente la terra per ottenerne i frutti. Quindi la vita si svolgeva tra le mura del paese o tra quelle di casa. Ogni borgo custodiva i propri usi, le tradizioni, le credenze, rimaneva fedele alle storie, alle leggende, ai proverbi del posto. Ma, proprio grazie a questo isolamento, nell’Abruzzo e nel Molise le tradizioni hanno messo radici così profonde che neppure il progresso ha fatto sparire completamente.
Il canto accompagna la vita degli uomini e dei popoli, dalla ninna nanna per i bambini, alle serenate per le innamorate, alle canzoni gioiose delle feste in campagna. Spesso, nell’Abruzzo e nel Molise i canti sono legati alla contemplazione dell’ambiente e ai sentimenti per la natura. Ciò avviene anche per la poesia. Ecco un esempio. Questi versi sono del poeta dialettale molisano Eugenio Cirese, amante delle tradizioni locali e autore di una raccolta dal titolo Canti popolari del Molise.