Antichi mestieri nel Savonese

Un breve viaggio nei dintorni di Savona ti consentirà di scoprire prodotti caratteristici di grande pregio, la cui lavorazione è stata tramandata nei secoli da famiglie di artigiani che trasmettevano di padre in figlio i segreti e le tecniche di lavorazione.
Partiamo da Albissola Marina: qui la lavorazione della ceramica è documentata almeno dal XV secolo, con la produzione di vasellame in terra rossa verniciata e decorata in modo molto semplice. A partire dal Cinquecento la produzione della ceramica divenne una delle attività principali e alla fine del secolo c’erano ben 16 maestri ceramisti con le loro botteghe i cui prodotti venivano esportati in tutta l’Europa.
Nei secoli i motivi decorativi più diffusi sono cambiati, ma la decorazione di piatti e piastrelle in azzurro e blu, con paesaggi o figure mitologiche e quella dei vasi da farmacia, in azzurro con fiori stilizzati, restano tra le più diffuse. Oggi le botteghe artigiane non si limitano a riproporre gli oggetti tradizionali, ma hanno sviluppato nuovi modelli che interpretano il gusto contemporaneo.
Ad Albissola Marina ci sono due luoghi che mettono in evidenza la differenza tra il passato e il presente: il pavimento in ceramica della galleria delle stagioni di Villa Faraggiana e la passeggiata degli artisti sul lungomare, un mosaico formato da cinque milioni di piccole tessere di ceramica che riproducono opere create da grandi artisti del Novecento.
Ad Albisola Superiore, invece, potrai farti una passeggiata nel tempo visitando il Museo Manlio Trucco, nelle cui sale sono visibili reperti archeologici di epoca romana, ceramiche locali prodotte tra il XV e il XIX secolo e pannelli contemporanei di noti artisti come Emanuele Luzzati e Arturo Martini.
Il Museo Manlio Trucco a Albisola Superiore.
A 18 chilometri da Albisola Superiore, in Valle Bormida, si trova Altare, paese noto per la produzione del vetro soffiato fin dal XII secolo. L’introduzione di questa lavorazione, attribuita ai monaci di Bergeggi, diede vita a una delle attività più redditizie per il marchese del Monferrato, allora signore di Altare.
L’arte del vetro fu gelosamente custodita nel corso dei secoli dalla corporazione dei vetrai, che istituirono una “università del vetro” la cui attività continuò fino all’Ottocento, quando si passò alla lavorazione industriale. La specialità dei vetrai di Altare era la produzione di grandi vasi e bicchieri in vetro bianco e trasparente. In seguito fu introdotta anche la lavorazione di vetri colorati per realizzare vasi e oggetti artistici. Le tecniche di lavorazione industriale non hanno cancellato l’antica tradizione artigiana e un forno per la soffiatura del vetro è sempre stato attivo in paese, dove ancora oggi si producono bellissimi oggetti.
Nell’entroterra tra Finale e Pietra Ligure, in una delle piccole frazioni di Tovo San Giacomo, a Bardino Nuovo, c’è il Museo dell’Orologio da Torre che documenta la storia dell’arte di costruire queste straordinarie macchine. Qui potrai ammirare orologi costruiti nei secoli passati, vedere i meccanismi interni che li fanno funzionare, capire il modo in cui viene “contato” il tempo.
Il Museo è legato alla famiglia Bergallo, che ha svolto questa attività fino al 1980, e la casa-officina della famiglia si riconosce perché è ornata da grandi lancette che sporgono dalla facciata, mentre altri ingranaggi ne compongono le ringhiere.
Il Museo del vetro di Altare.
L’artigiano preleva dalla fornace una piccola quantità di pasta di vetro incandescente e, soffiando attraverso una canna, ottiene una bolla che modella con strumenti particolari.
Ceramiche di Albissola.
Alcuni vasi esposti al museo del vetro.
La meridiana della Chiesa di Bardino Nuovo a Tovo San Giacomo.
Due esemplari di orologi da torre nel Museo G. Bergallo.