Bolzano, la città dei mercanti
A1 Il cuore dell’abitato
Inizia il tuo percorso da Piazza Walther, realizzata all’inizio del l’Ottocento per volere del re di Baviera.Sulla piaz za si affaccia l’abside del Duo mo, un edificio dalla storia complessa, che ha subito gravissimi danni nei bombardamenti inflitti alla città durante la seconda guerra mondiale. Nella chiesa sono presenti i segni di diverse culture: sul tetto le tegole di diversi colori formano un disegno a losanghe che ricorda gli edifici nordici; sulla facciata il protiro retto da leoni di pietra richiama le chiese della pianura italiana; gli affreschi della navata destra sono di maestri che lavoravano in area veronese.
Dal Duomo, lungo Via della Posta, raggiungi la Chiesa dei Domenicani che conserva all’interno la separazione tra l’area dei fedeli e quella dei monaci, divise da una struttura a ponte in cui si aprono tre arcate.
La chiesa conserva importanti cicli di affreschi del Trecento e nella Cappella di San Giovanni potrai ammirare un vero capolavoro: gli affreschi dedicati al Trionfo della Morte. Merita una visita anche il chiostro.
Quella centrale, Via dei Portici, è il cuore della città, su cui si affacciano le antiche case dei mercanti; sul lato sinistro trovi le case di quelli italiani, sul lato destro quelle dei tedeschi. Percorrila lentamente ammirando l’eleganza delle facciate delle case, rifatte in gran parte tra il Cinquecento e il Settecento, alte e strette, ornate dai caratteristici erker, piccole verande chiuse che sporgono sulla via.
La strada sbocca su Via dei Bottai, da cui entravano in città le merci provenienti dal Brennero. Percorri il tratto alla tua sinistra e, all’incrocio con Via Hofer, vedrai Ca’ dei Bezzi, la casa-torre dell’Ordine teutonico, una delle strutture dove i mercanti trovavano ospitalità.
Particolare della parete affrescata di un caratteristico edificio in Piazza del Municipio all’incrocio tra Via dei Portici e Via dei Bottai.
La caratteristica Via dei Portici.
A2 L’antico borgo di Gries
Da Piazza delle Erbe raggiungi Ponte Talvera e prosegui diritto lungo Corso Libertà fino a raggiungere Gries, che un tempo era un comune indipendente circondato da estesi vigneti. Gries, che nell’Ottocento era diventata un elegante centro turistico, grazie al clima mite e alla bellezza del paesaggio, ha una storia antica di cui conserva ancora notevoli tracce.La prima e la più imponente ti accoglie proprio alla fine di Corso Libertà: l’Abbazia dei Benedettini che si staglia candida sullo sfondo delle montagne. Il cortile interno rivela le sue origini civili, soprattutto nel possente torrione trasformato in campanile, mentre il bellissimo chiostro conserva le esili colonne recuperate dalle rovine del Convento degli Agostiniani.
Poco oltre trovi la Parrocchiale, ricoperta di affreschi anche sui muri esterni. Le pitture esterne sono ormai sbiadite, ma all’interno ci sono un crocifisso e un altare scolpiti nel legno di una bellezza straordinaria.
Il chiostro dell’Abbazia di Muri-Gries.
A3 Oh, che bei castelli!
Nel cuore di Bolzano, una breve passeggiata su Lungo Talvera Bolzano, porta a un castello cinto da una corona di vigneti, il Castel Mareccio, uno dei pochi castelli altoatesini costruito in pianura e privo di difese naturali. La prima struttura risale all’inizio del Duecento, ma l’edificio fu ampliato nel Cinquecento aggiungendo il cortile con loggia e le quattro torri angolari.Sono di questo periodo gli affreschi nella sala che prende il nome dalla famiglia Römer a cui si deve l’ampliamento. Al castello è legata la tragica storia d’amore di Clara, l’ultima figlia dei Maretsch, i feudatari da cui il castello prende il nome. Se risali il corso del Talvera, a un tratto alla tua sinistra, tra il verde delle colline, appare un’alta torre cilindrica, unico resto di un’antica fortezza, a cui viene dato il nome di Torre di Druso. Poco più avanti, c’è Castel Roncolo. Il nucleo originario, fatto costruire nel 1237, passò attraverso vari proprietari fino a quando, nel Trecento, fu acquistato dalla famiglia Vintler che fece costruire l’ala settentrionale denominata “palazzo estivo” e lo abbellì con affreschi che descrivono scene di vita a corte, giochi tra dame e cavalieri e tornei, facendoci capire come si svolgeva la vita dei nobili dell’epoca.