Capolavori di legno

L’uso del legno per realizzare statue destinate a ornare le chiese è sempre stato molto diffuso in Alto Adige, data la disponibilità della materia prima e la tradizionale abilità degli intagliatori locali. Ne è testimone la grandiosa Crocifissione datata 1320, conservata nella cappella di Castel Tirolo. Verso il Quattrocento si diffuse in tutta la regione, proveniente dalla Germania, l’uso degli altari a portelle, che in origine erano piccoli e realizzati in modo da potere essere trasportati facilmente. Si trattava di una “cassa” chiusa da due ante, le portelle, al cui interno erano collocate sculture a rilievo appoggiate su un fondo dorato e dipinte a vivaci colori, anch’esse su un fondo dorato e contornate da ricche cornici intagliate. La cassa era retta da un piedestallo dipinto o scolpito e completata da cornici decorative più o meno complesse. La “moda” degli altari a portelle caratterizzò la produzione di arte sacra altoatesina fino ai primi decenni del Cinquecento, quando iniziò la fine di questo genere di scultura.
Uno degli esempi più grandiosi di quest’arte è l’altare di Lana scolpito da Hans Schnatterpeck nel Cinquecento, alto 14 metri e interamente dorato. Ogni altare era realizzato in blocchi separabili e poteva essere facilmente smontato e rimontato; per questo motivo sono stati possibili lo smembramento e perciò la perdita di importanti opere.
La Crocifissione nella Cappella di Castel Tirolo.
L’altare di Lana.
Particolare con l’Adorazione dei Magi.