Carbonia, città nuova

Carbonia, sorta alla fine degli anni trenta del Novecento in seguito allo sviluppo dell’estrazione del carbon fossile nel Sulcis, costituisce un tipico esempio di “città nuova”. Dopo un periodo di crisi negli Anni quaranta del Novecento, nel decennio successivo si ebbe la ripresa dell’attività mineraria che favorì un nuovo sviluppo della città sia dal punto di vista economico sia delle strutture abitative, pubbliche e private. Ben presto, tuttavia, la concorrenza del carbone straniero, avviò l’industria mineraria a un inevitabile declino. Il cuore della città è Piazza Roma, concepita come luogo di incontro secondo i criteri dello stile razionalista, molto diffuso all’epoca di costruzione della città. Ai lati della piazza si trovano i più importanti edifici pubblici: la Torre Civica, il Teatro e, di fronte, il Municipio. Lungo il lato Est della piazza è posta la Chiesa neo-romanica di San Ponziano, interamente in pietra di origine vulcanica (trachite); all’interno ospita la Cappella di Santa Barbara, patrona dei minatori. Dalla piazza, imboccando Via Napoli, raggiungi il Museo Archeologico di Villa Sulcis, i cui reperti ricostruiscono la storia lavorativa e culturale del Sulcis.
Veduta di Carbonia.
Fontana marmorea in Piazza Roma, impreziosita dalla scultura “Frammenti di vuoto 1”, dell’artista contemporaneo Giò Pomodoro.
La Chiesa di San Ponziano e il Municipio in Piazza Roma.
Torre Civica di Carbonia.