Carnevale in Sardegna
A Tempio Pausania sfilano i carri addobbati con maschere e personaggi nati dalla fantasia popolare; nel territorio di Oristano, ad animare il Carnevale sono le corse a cavallo, prima fra tutte la spettacolare Sartiglia, un antico torneo in cui i cavalieri al galoppo dovevano riuscire a infilare con una lancia un anello sospeso (sortija).
In modo particolare è in Barbagia che si è mantenuto quasi inalterato il patrimonio della cultura popolare e il Carnevale barbaricino di Mamoiada, Ottana e Orotelli si esprime con maschere mute d’antica origine, ispirate al mondo pastorale. Il loro significato è di difficile interpretazione ed è probabile che affondi le radici in riti religiosi che sembrano risalire alla preistoria. I protagonisti del Carnevale di Ottana sono le maschere dei merdùles (esseri umani), dei boes (animali) in lotta fra loro, e della filonzana, la vecchina intenta a tessere il filo della vita.
A Mamoiada sfilano i mamuthones. Indossano la mastruca, il mantello di pelli di pecora degli antichi pastori, e una doppia corona di sonagli che dal collo scende sul petto. Sono accompagnati dagli issokadores, lanciatori di soka (il laccio di pelle usato per catturare il bestiame). La sfilata si ripete tre o quattro volte l’anno: il 17 gennaio per festeggiare la notte di Sant’Antonio con danze intorno ai falò; l’ultima domenica di Carnevale, il martedì grasso e, a volte, il 27 settembre, in occasione della festa di San Cosma, che segna la fine dell’annata agraria.