Castelplano, alla ricerca del “granchio nero”
L’itinerario che ti proponiamo è diverso dal solito: ti darà la gioia di trovarti in mezzo a una natura incontaminata e forse… ti permetterà qualche interessante incontro. Raggiungi il tranquillo borgo di Castelplanio, a 306 metri sul livello del mare, dove si arriva facilmente in automobile partendo da Ancona in direzione Jesi-Fabriano; oppure in treno sulla linea Ancona-Roma, fermata Castelplanio-Cupra Montana. Qui potrai addentrarti nella natura attraverso il “Sentiero del granchio nero”. Il percorso è lungo circa 2 chilometri. Alcune aree di sosta bene attrezzate con panchine e tavoli ti permetteranno di riposare ogni tanto nel silenzio del bosco, con il mormorio dell’acqua e il canto degli uccelli. Se vuoi, prima di iniziare il cammino, puoi chiedere l’accompagnamento di una guida che ti indicherà le piante, ti farà scoprire gli animali o ti spiegherà dove si rifugiano e ti insegnerà a riconoscere le loro tracce. Imbocca il sentiero da Via Caciampa che si trova nei pressi del Palazzo del Municipio. Raggiungi la fontana settecentesca Fonte del Coppo, recentemente restaurata. Continua il cammino attraverso il bosco. Qui si trovano specie di alberi anche rari, come il pioppo bianco e l’ontano nero. Le erbe sono di tanti tipi, le più diffuse sono il farfaraccio e l’equiseto.
Uno scorcio di Castelplanio.
Il pioppo bianco è chiamato così per il colore bianco-argento della parte inferiore delle foglie.
Le infiorescenzedell’ontano nero.
Il farfaraccio, per le sue proprietà, è usato come pianta medicinale.
Il sentiero che stai percorrendo, per un lungo tratto, costeggia un ruscello dalle acque perenni che forma, qua e là, graziose cascatelle. A un certo punto troverai un piccolo ponte di legno: qui il ruscello si unisce a un altro corso d’acqua, il Rosòra. Più avanti il Rosòra si getta nel fiume Esino, che poi va a sfociare nel Mar Adriatico tra Ancona e Senigallia. In questa oasi naturale vivono animali tipici delle “zone umide”. Ce n’è uno veramente raro: il “granchio di fiume”, dal caratteristico colore nero. Se ti ha accompagnato una guida non avrà difficoltà a trovarlo e a mostrartelo. La passeggiata termina a valle in Via Copparoni, nei pressi della località Macine. Qui un tempo c’era il “mulinetto del maltempo” che risaliva al Cinquecento. Questo mulino, demolito nel 1990, funzionava appunto quando pioveva molto e il ruscello era in piena.
Un tratto del Rosòra che scorre nel verde del bosco.
Il bellissimo tritone crestato vive nelle pozze che si formano tra i sassi dei ruscelli.
Il raro granchio nero si nasconde nella terra o fra i sassi dei ruscelli.