Ferrarese: nelle Terre del Po, il grande “disegnatore”

Tra il VI e il III secolo a.C., vicino al punto in cui il ramo del Po chiamato Spinetico si gettava nell’Adriatico, gli Etruschi costruirono un importante insediamento, Spina, collegato a un porto per il commercio con la Grecia.
L’itinerario che ti suggeriamo parte proprio dall’area archeologica di Spina (oggi purtroppo non visitabile). Potrai godere il suggestivo paesaggio che la circonda, in parte acquatico, in parte di terra… tutto “disegnato” dall’azione del Po e delle sue acque che, nei secoli, hanno modificato profondamente l’aspetto del paesaggio. Imboccando la Provinciale che corre lungo il terrapieno dell’argine  Agosta, si raggiunge un’altra “costruzione” naturale del Po: un lungo cordone di dune sabbiose. Oggi tutta la zona è parte dell’Oasi di Boscoforte, un’area protetta destinata alla pratica del birdwatching.Abbandonata ora la Provinciale e dirigendoti verso l’interno, dopo una quindicina di chilometri ar rivi all’Oasi di Campotto, che si estende di fron te alla città di Argenta, a Sud del fiume Reno. Qui il territorio è ancora paludoso, com’era tutta la pianura ferrarese fino a un secolo fa, prima delle bonifiche. Visitando l’Oasi ti farai un’idea precisa di com’era un tempo il paesaggio del luogo e conoscerai le specie vegetali e animali tipiche di quell’ambiente.
Reperti del V secolo a.C. provenienti dall’area archeologica di Spina.
L’Oasi di Campotto rappresenta un habitat ideale per moltissime specie di piccoli mammiferi, uccelli, pesci, rettili e anfibi.
Un tarabusino, tipico uccello dell’Oasi.