I Nuraghi, una storia che viene da lontano

Con la loro caratteristica forma a tronco di cono, sono più di 7000 i nuraghi che dominano come sentinelle il paesaggio sardo.
Edificati sulle cime delle colline o su aspre creste di montagna per scopi difensivi, erano forse castelli di re-pastori, fortezze-rifugio per la gente del villaggio ai piedi dell’altura, tombe-tempio delle figure più importanti del villaggio.
Le tipiche torri in blocchi di pietra scura sovrapposti a secco, cioè senza l’uso di calce o fango, sono testimonianza di una civiltà unica e originale; per questo visitare i nuraghi è un’esperienza emozionante.
Sulla carta tematica puoi vedere dove si trovano i siti più conosciuti e raggiungerli dal punto in cui ti trovi durante la tua visita (o vacanza) in Sardegna.
La civiltà nuragica ha lasciato più di 500 bronzetti, piccole sculture in bronzo, che raffigurano divinità, capi tribù, guerrieri, animali…

Il nuraghe Arrubiu

L’interno del nuraghe Arrubiu.
Se ti trovi nella zona di Cagliari, puoi visitare il nuraghe Arrubiu, uno dei più grandi e imponenti dell’isola. La torre centrale, alta 16 metri, è circondata da cinque torri minori unite dalla cinta muraria che racchiude un ampio cortile interno; una seconda cerchia di mura esterne comprende altre sette torri alle quali si alternano lunghi muraglioni. A Sud-Est si estende una terza cinta con cinque torri. Nelle vicinanze c’è il villaggio nuragico Su Putzu con un centinaio di capanne, utilizzate anche in epoca romana, e un tempio sacro a pozzo.

Su Nuraxi

Gli scavi condotti dall’archeologo Giovanni Lilliu, tra il 1951 il 1956, portarono alla grandiosa scoperta del sito nuragico di Barumini.
Su Nuraxi di Barumini, nel Medio Campidano, è l’esempio più completo e meglio conservato di villaggio nuragico. I grandiosi resti ne mettono in evidenza lo sviluppo nel tempo: la prima torre (costituita da tre camere sovrapposte comunicanti attraverso scale interne); le quattro torri minori e le mura costruite successivamente, il pozzo profondo 20 metri e le tracce di un bastione difensivo costruito per ultimo. Le capanne del villaggio nuragico risalgono all’ultimo periodo di utilizzo del sito nuragico, sotto la dominazione punica e romana (VII-VI secolo a.C.).

Santu Antine

Il nuraghe Santu Antine di Torralba.
Nei dintorni di Torralba, in provincia di Sassari, si estende la cosiddetta Valle dei Nuraghi, dove campeggia il complesso della reggia nuragica di Santu Antine. Al torrione centrale che, nonostante le progressive demolizioni supera ancora i 17 metri, si affiancano le tre torri minori, collegate da una serie di corridoi e camminamenti, che racchiudono un grande cortile con pozzo. Il complesso è sorto in varie fasi e fu abitato fino in epoca romana. Materiali interessanti ritrovati a Santu Antine (proiettili in pietra, pinze da fonditore, lampade a olio…) sono conservati nel Museo della Valle dei Nuraghi a Torralba.

Il villaggio di Monte Tiscali

Il villaggio nuragico di Monte Tiscali, costruito tra il III e il II millennio a.C., costituì probabilmente uno degli ultimi luoghi di resistenza del popolo dei nuraghi all’invasione dei Romani.
Nei dintorni di Torralba, in provincia di Sassari, si estende la cosiddetta Valle dei Nuraghi, dove campeggia il complesso della reggia nuragica di Santu Antine. Al torrione centrale che, nonostante le progressive demolizioni supera ancora i 17 metri, si affiancano le tre torri minori, collegate da una serie di corridoi e camminamenti, che racchiudono un grande cortile con pozzo. Il complesso è sorto in varie fasi e fu abitato fino in epoca romana. Materiali interessanti ritrovati a Santu Antine (proiettili in pietra, pinze da fonditore, lampade a olio…) sono conservati nel Museo della Valle dei Nuraghi a Torralba.