I segni di Bisanzio, la Vallata dello Stilaro
La Vallata dello Stilaro fu una delle più importanti aree siderurgiche del meridione e per questo i Bizantini vi crearono un forte insediamento. Oggi però la loro presenza è ricordata dai numerosi monasteri rupestri nei territori di Bivongi, di Pazzano e Stilo. Inoltrandoti tra magnifici boschi potrai riscoprire le tracce del Monastero di San Giovanni a Bivongi, che nell’XI e nel XII secolo fu uno dei centri culturali più attivi della Calabria orientale. Un altro monastero è Santa Maria della Stella di Pazzano, un antico eremo fondato prima del Mille dai monaci che vivevano nelle grotte dedicandosi alla preghiera. La tua attenzione sarà poi attratta dal paese di Stilo. Disposto a terrazze sul fianco della valle, con case di pietra scura che si confondono con le rocce, è stato uno dei centri più importanti dei Bizantini in Calabria nel X secolo. Qui potrai ammirare la bellissima Cattolica, ossia la chiesa principale di un monastero basiliano. La Cattolica, punto di incontro per le preghiere comuni dei monaci, è arrivata intatta fino ai nostri giorni. La struttura dell’edificio richiama le forme delle chiese bizantine; dalla pianta, quadrata, emergono una torre circolare centrale e quattro identiche laterali. Di rilievo in paese anche la Chiesa di San Giovanni Theresti e il Duomo, e poco fuori dell’abitato i ruderi dell’antico castello.
La statua della Madonna nel monastero di Santa Maria della Stella.
Veduta della Cattolica di Stilo.
Tra i Monti della Sila, Rossano Calabro divenne un centro militare, culturale e religioso importante per i Bizantini intorno al X secolo.A Rossano esistevano ben sette grandi monasteri basiliani dalle ricche biblioteche, centri di studio e di diffusione della cultura. Visitando la città potrai scoprire le ultime chiese bizantine rimaste: San Marco Evangelista, affacciata sul torrente Celati, che ricorda nella forma la Cattolica di Stilo; la piccola Chiesa della Panaghìa, dedicata alla Madonna, con un prezioso affresco con scritte in greco. Fuori dall’abitato, verso Corigliano, invece, in un bosco di lecci da cui si gode la vista della costa ionica, c’è Santa Maria del Pàtire, l’ultima traccia di un grande monastero, con splendidi mosaici che raffigurano animali reali e fantastici. Nella cattedrale, poi, è conservato un affresco del X secolo che, secondo la leggenda, apparve improvvisamente sul muro della chiesa, la Madonna Achiropita, e nel Museo diocesano potrai ammirare una vera rarità: il Codex Purpureus, antichissimo evangeliario greco del VI secolo con ben 15 pagine interamente miniate, cioè finemente decorate con piccole pitture o lettere iniziali dipinte con il minio (colore rosso).
La Chiesa di San Marco Evangelista a Rossano Calabro.
La facciata della Chiesa di Santa Maria del Pàtire.
Particolare della Madonna Achiropita.