Il centro della città di Macerata

L’itinerario che ti suggeriamo ti permetterà di conoscere Macerata attraverso un semplice percorso a piedi. Parti da Piazza Garibaldi, che congiunge la parte nuova della città a quella antica, e percorri Via Garibaldi. Una cancellata di ferro battuto rappresenta l’ingresso alla città antica. Svolta a destra in Via Lauri e prosegui in Corso Matteotti, dove si trovano vari edifici del Cinquecento. Il più bello è Palazzo Mozzi. Giungi in Piazza della Libertà, il “cuore” di Macerata. Qui troverai la Loggia dei Mercanti, elegante costruzione che risale al XVI secolo, e il Palazzo dei Priori della prima metà del XVII secolo, la cui facciata è stata restaurata nel 1820. Nella stessa piazza sorgono il cinquecentesco Palazzo della Prefettura con il portale di marmo, la slanciata Torre Civica (chiamata anche del l’Orologio), il Teatro Lauro Rossi e la Chiesa di San Paolo. Sempre da Piazza della Libertà si accede all’Uni versità, istituita da Papa Pao lo III nel 1540.
Il Palazzo Mozzi è chiamato anche “dei Diamanti” per la forma delle pietre sulla facciata.
La Torre Civica in Piazza della Libertà. La sua costruzione iniziò nel 1485 e terminò quasi due secoli dopo, nel 1653.
Piazza della Libertà: il Palazzo dei Priori, con i portici e una grande balconata, oggi sede del Municipio, e la Loggia dei Mercanti alla sua destra.

Arte e cultura

Ecco ora una deviazione che ti farà incontrare capolavori d’arte. Imbocca Corso della Repubblica, una delle vie principali della città. Fermati in Piazza Vittorio Veneto e ammira la ricca Chiesa di San Giovanni, iniziata nel 1539, ma i cui lavori furono ripresi solo nel 1600. Accanto alla chiesa si tro va l’ex collegio dei Gesuiti, in cui oggi sono situati i Musei Civici (costituiti da diverse raccolte) e la Biblioteca Comunale che custodisce molti volumi e preziosi manoscritti antichi. Particolarmente interessante è la Pinacoteca Comunale che raccoglie una sezione “antica” con dipinti di artisti umbro-marchigiani dal XIV al XIX secolo; e una sezione “contemporanea” con opere di pittori fra cui Enrico Prampolini, Luigi Spazzapan, Bruno Cassinari e il maceratese Ivo Pannaggi. Nel Museo Civico troverai importanti reperti archeologici e un’interessante documentazione sulle tradizioni della città; annesso al Museo Civico c’è anche il Museo della Carrozza, con veicoli e portantine di ogni tipo e di varie epoche. Fino a qualche anno fa si poteva anche visitare il Museo Regionale del Risorgimento e della Resistenza che esponeva armi, divise militari, manoscritti e lettere di alcuni protagonisti della storia italiana, fra cui Giuseppe Garibaldi. Il museo dovrebbe riaprire in un prossimo futuro.
Carlo Crivelli, Madonna col Bambino, 1470, Pinacoteca Comunale.
Ivo Pannaggi, Menta al selz, Pinacoteca Comunale, Macerata.
Una Berlina del 1830 circa conservata nel Museo della Carrozza a Macerata. Esistono vari modelli di questa carrozza: di gala (dorata o decorata), da viaggio (più solida e semplice), da città e di rappresentanza (più leggera ed elagante).

La splendida Chiesa

Da Piazza Vittorio Veneto, percorrendo Corso della Repubblica, torna in Piazza della Libertà. Imbocca ora Via Don Minzoni, anche questa rettilinea, lungo la quale sorgono eleganti edifici del XVIII secolo fra cui Palazzo Compagnoni Marefoschi, costruito su disegno del celebre architetto Luigi Vanvitelli, e Palazzo Buonaccorsi. Raggiungi Piazza Strambi dove vedrai il Duomo, iniziato nel XV secolo, ma ricostruito fra il 1771 e il 1790 su progetto dell’architetto Cosimo Morelli. Noterai che la facciata è incompleta. Sulla stessa piazza si affaccia il Santuario della Madonna della Misericordia. Al suo posto sorgeva una cappella del 1447, ingrandita nella seconda metà del Settecento e considerata, oggi, la più bella chiesa di Macerata. Ammira il meraviglioso interno, opera di Luigi Vanvitelli, ricco di marmi pregiati, di tele e di opere in ferro battuto. Nel presbiterio è custodita l’immagine della Madonna della Misericordia, del XV secolo, da allora venerata dagli abitanti.

Nel 1447 la città fu colpita dalla peste. Gli abitanti invocarono l’aiuto della Madonna. Eressero in suo onore una cappella e la chiamarono della Madonna della Misericordia. Si racconta che fu costruita addirittura in un solo giorno, il 17 agosto. Al suo posto ora sorge la basilica.

La facciata del Duomo con il campanile, che risale al 1478.
La facciata del Santuario della Madonna della Misericordia.
Particolare dell’immagine della Madonna della Misericordia, dipinta all’interno del santuario.

Un’arena… spettacolare

Dal Duomo percorri Via Gioberti e poi Via Rossi fino a raggiungere Piazza Mazzini, da dove potrai vedere il monumento più noto di questa città: lo Sferisterio. Venne inaugurato il 5 settembre 1829. La particolare forma dell’edificio era stata studiata per lo svolgimento di attività ginniche e soprattutto per gli incontri di un gioco, chiamato “pallone al bracciale”, che un tempo era molto popolare. Il campo di gioco misura ben 90 x 36 metri e l’arena può ospitare anche 7000 spettatori! La costruzione dello Sferisterio, iniziata nell’ottobre 1820 su disegni di Salvatore Innocenzi, fu sospesa per circa tre anni. I cittadini, infatti, non riuscivano ad accordarsi sulle soluzioni proposte. Finalmente fu scelto il progetto di Ireneo Aleandri, giovane architetto di San Severino Marche, allora ancora sconosciuto.
Oggi nello Sferisterio sono rappresentati spettacoli e concerti all’aperto. È molto apprezzato dal pubblico per l’ottima visibilità da ogni punto degli spalti (gradinate) e per l’eccezionale acustica. Macerata è nota in tutto il mondo per il festival all’aperto che vi si svolge in luglio. In cima alla costruzione c’è un’ampia terrazza da cui si gode un bel panorama. Raggiungi infine Porta Picena, del 1823, che costituisce l’ingresso alla città antica e si trova accanto allo Sferisterio.
Pianta del piano terreno e del primo ordine di palchi dello Sferisterio, ricavata dal disegno di Ireneo Aleandri.
Lo Sferisterio, l’arena a gradinate con le maestose 56 colonne.
Particolare dell’immagine della Madonna della Misericordia, dipinta all’interno del santuario.