Massa-Carrara: le montagne di marmo

Questo itinerario ti porta nel “cuore” delle Alpi Apuane, le imponenti montagne di marmo. Concediti prima di tutto una visita alle due belle cittadine di Massa e Carrara, dominate nel Quattrocento dai marchesi Malaspina, al cui casato si unirono i Cybo (con il matrimonio di Riccarda Malaspina con il nobile genovese Lorenzo Cybo), che favorirono l’abbellimento delle città con pregevoli opere rinascimentali di marmo (portali, statue e fontane) tuttora visibili.
A Massa non dovrai perdere la visita della Rocca medievale, del Palazzo dei Malaspina (XV-XVI secolo), di Palazzo Ducale (XVIXVII secolo) e del Duomo, originario del Trecento, che custodisce all’interno otto altari straordinariamente ricchi di marmi a più colori; nei sotterranei si trovano la Cappella dei Cybo-Malaspina e i sepolcri con le loro urne.
A Carrara potrai ammirare l’antico Castello Malaspina (XI secolo) trasformato in residenza signorile e affiancato dal Palazzo del Principe (XVI secolo); dal 1805 è sede dell’Accademia di Belle Arti. D’obbligo è una visita al Duomo, interamente in marmo (realizzato tra l’XI e il XIV secolo). La facciata, in stile romanico, è arricchita da pregevoli elementi gotici nella parte superiore (il loggiato e il rosone). L’interno custodisce stupende opere marmoree come l’altare maggiore del Quattrocento e il pulpito a più colori del Cinquecento.
La facciata di Palazzo Malaspina a Massa.
Da Carrara l’itinerario ti porta sino al monte più “ricco” di marmo delle Apuane, il Monte Sangro. Superate le località di Codena e di Bedizzano, le strade si inerpicano lungo i tratti biancheggianti dei “ravaneti “, i caratteristici accumuli di detriti di marmo prodotti dalle cave.
Le cave più spettacolari del Sangro sono quelle di Colonnata, dei Fantiscritti e di Ravaccione, attive da almeno duemila anni.
Nel passato l’attività estrattiva del marmo era pesante e pericolosa; gli enormi massi venivano staccati con il piccone o con l’impiego di mine, i cui scoppi rimbombavano fragorosamente nell’aria. Oggi si utilizzano potenti perforatrici e robusti fili d’acciaio, azionati da strumentazioni elettroniche.
I pezzi di marmo vengono poi caricati da ro buste gru su grandi camion e trasportati nelle segherie per essere divisi in lastre, da lavorare nelle numerose botteghe artigianali della zona o da inviare in ogni parte del mondo.
Per avviare i giovani alla lavorazione artigianale del marmo, a Carrara è stata istituita una “Scuola del Marmo”, recentemente affiancata dall’Accademia di Belle Arti per la formazione artistica.
Artigiano che lavora il marmo.
Carrara, fondata dai Romani nel 177 a.C. alla foce del fiume Magra, era chiamata Luni.
Il Duomo di Carrara.
Oltre al marmo bianchissimo di Carrara dalle Alpi Apuane si estraggono il Bardiglio azzurrino, il Fior di pesco rosa, il Cipollino verdognolo, il Breccia violetto e arancione.
Le cave di Colonnata.