Non solo riso

Il tuo viaggio attraverso la campagna novarese parte da San Nazzaro Sesia e ti porta ad attraversare da Ovest a Est la pianura. Qui la terra argillosa è molto fertile e l’acqua è disponibile in abbondanza anche nel periodo estivo. Nelle zone come questa, a partire dal XV secolo, ha avuto inizio la coltivazione del riso, che si alternava a quella del foraggio. Solo all’inizio del l’Ot to cento, però, il riso è diventato la coltivazione dominante e si è creato il suggestivo paesaggio delle risaie che ti accompagna da San Nazzaro a Novara e poi a Galliate nei pressi del Ticino. Lungo il corso del fiume, dentro il Parco Re gio nale del Ticino, recentemente sono state create risaie a coltivazione biologica che esclude l’uso di diserbanti e pesticidi.

Risorgive e marcite

L’acqua piovana assorbita rapidamente dai terreni ghiaiosi della collina scorre in vene sotterranee e poi affiora in piccole sorgenti che vengono chiamate risorgive, in cui la temperatura dell’acqua non scende mai sotto lo zero. Dal Medioevo questo fenomeno fu utilizzato per realizzare le marcite, prati la cui superficie, nel periodo invernale, veniva allagata, in modo da non far gelare mai il terreno e avere disponibilità di erba per il bestiame già all’inizio della primavera. Risalendo il corso del Ticino verso Nord, vedrai cambiare il paesaggio. Fitti boschi di pioppi si estendono a perdita d’occhio nella campagna: sono le nuove colture studiate per questo tipo di terreno umido, che danno un alto rendimento.
Infatti il pioppo cresce rapidamente e il suo legno poco costoso è molto richiesto dall’industria cartaria o per la realizzazione di casse da imballaggio. Se ripercorri la pianura dal Ticino al Sesia, a Nord di Novara, trovi terre più asciutte dove i campi sono coltivati a mais o a frumento, destinati in gran parte all’alimentazione del bestiame allevato nelle grandi stalle. Sono per lo più mucche di razze pregiate il cui latte è alla base di una fiorente industria casearia che vanta formaggi tipici eccellenti. In poco tempo arrivi al limite delle colline, nella zona di Ghemme e qui il paesaggio cambia di nuovo. I campi lasciano il posto a estesi vigneti che producono uve da cui si ricavano vini di ottima qualità, richiesti sia sul mercato nazionale sia su quello estero.
I campi in questa parte settentrionale della provincia sono interrotti spesso da paesi e piccole città intorno a cui si è sviluppata una fiorente attività industriale che ha quasi completamente sostituito l’attività agricola, anche se restano piccole aziende molto attive che si sono specializzate in produzioni particolari.

Sparse in mezzo alle risaie sorgevano le cascine che, a volte, avevano la dimensione di un piccolo paese.
Il pioppo diventa un grande albero in circa 15 anni, perciò tagliandolo e ripiantandolo con attenzione si può avere una produzione continua di legname.
Vigneti sulle colline novaresi.

Tra fiori e piccoli frutti

Sulle colline tra il Lago d’Orta e il Lago Maggiore, piccole aziende agricole si sono specializzate in prodotti particolarmente richiesti dal mercato: i fiori e i piccoli frutti. Camelie, azalee e rododendri crescono nei vivai dei floricoltori; fragoline, lamponi e ribes sono coltivati in lunghi filari protetti. Nella stessa zona si produce miele di acacia, di qualità purissima. Fiori, frutta e miele vengono messi in vendita per lo più dagli stessi agricoltori, che aprono le loro aziende al pubblico, non solo per motivi commerciali, ma anche per far conoscere ai consumatori come si svolge la vita in un’azienda agricola.

Un’azalea.
Rododendri.
Ribes.
Lamponi.