Nuoro, il gigante di roccia

Da Nuoro, imboccando la strada provinciale per Desulo, ci si inoltra nella Barbagia Ollolai, correndo lungo le pendici settentrionali e orientali del Gennargentu (chiamato il “sardo colosso” da Alberto Lamarmora), dalle forme tondeggianti e dai versanti incisi dai profondi solchi dei corsi d’acqua che scendono a valle.
Il paesaggio è alpestre e si sale in quella parte della provincia, da sempre dedita alla pastorizia, inserita nel Parco Nazionale del Gennargentu. Nelle zone più elevate vedrai predominare i pascoli (regno dei pastori di Fonni, di Tonara e di Desulo), ai quali si succedono, verso valle, boschi di querce da sughero, castagni, lecci e noccioli; verso la costa compare la macchia mediterranea.
È un ambiente in cui vivono specie animali assai rare in Italia: tra le cime puoi vedere ancora volteggiare uccelli rapaci come lo sparviero, il falco pellegrino, l’astore e l’aquila reale. Alcuni rari esemplari di muflone popolano i boschi delle pendici accanto al cinghiale.
Tradizionale rifugio delle popolazioni che si volevano sottrarre alla minaccia delle invasioni straniere, la zona ha numerosi centri abitati, collegati fra loro da strade tortuose, poco trafficate e molto panoramiche, lungo le quali non è raro incontrare contadini e pastori a cavallo.
Nel percorso passi per Mamoiada, il centro barbaricino (della Barbagia) celebre per il Carnevale; proseguendo oltre, arrivi a Fonni, il comune più elevato della Sardegna, posto su un altopiano di granito a 1000 metri di altitudine. La sua posizione ha favorito lo sviluppo turistico, facendone una rinomata e ben attrezzata stazione di sport invernali. In paese meritano una visita la Parrocchiale di San Giovanni Battista, che conserva tracce dell’originaria struttura gotica, e la Basilica della Madonna dei Martiri, uno dei maggiori esempi di architettura del tardo-barocco in Sardegna.
Un bosco di sughere nel Gennargentu.
L’astore sardo è un abile cacciatore in aria e al suolo: nidifica a 20 metri d’altezza.
Lo sparviero ha un modo di volare particolare: alterna battiti rapidi a brevi scivolate ad ali aperte immobili.
Pochi chilometri più avanti c’è una deviazione per raggiungere una delle vette più alte del Gennargentu: il Bruncu Spina (1829 m). La strada è percorribile in automobile fino al rifugio S’Arena a 1500 metri di altitudine; da qui, seguendo un percorso a piedi, puoi raggiungere la vetta, senza troppe difficoltà. Lungo un percorso più impegnativo, invece, gli escursionisti abili possono arrivare fino a Punta La Marmora (1834 m), la cima più alta del Gennargentu. La salita è faticosa, ma il panorama è stupendo.
La realizzazione del Parco del Gennargentu ha rappresentato un grande traguardo per i paesi di questa parte di Sardegna, isolati per la conformazione del paesaggio, ma uniti nella volontà di proteggere il loro territorio dalle caratteristiche uniche e conservare un patrimonio di tradizioni: dai costumi folcloristici alle feste popolari e alla cucina, dall’artigianato artistico agli antichi mestieri.
Tratto di campagna nei pressi di Fonni.
Murales  a Fonni.
Il campanile della Parrocchiale di San Giovanni Battista a Fonni.
Punta La Marmora è dedicata ad Alberto La Marmora, il generale piemontese autore del diario “Viaggio in Sardegna”.
Mucche al pascolo sul Gennargentu.