Rieti, l’oro giallo della Sabina
Gli abitanti di queste terre, infatti, coltivano l’olivo da millenni e ne ricavano un olio tra i più pregiati della nostra penisola.
Per conoscere questa antica tradizione produttiva, puoi seguire la “Via dell’Olio della Sabina”: durante il percorso attraverserai distese di uliveti e scoprirai le tecniche di produzione dell’olio.
La Via dell’Olio parte da Canneto, una piccola frazione del comune di Fara in Sabina. Qui si trova l’olivo più antico del mondo.
Pensa che ha 2000 anni di vita, il suo tronco misura 7 metri di circonferenza ed è alto 14 metri. Nonostante l’età ha una folta chioma e produce circa dodici quintali di olive l’anno! Proseguendo verso Nord-Est, arrivi a Castelnuovo di Farfa: qui puoi visitare il Museo dell’olio di Sabina. Nel Museo si trovano le antiche macchine con cui venivano eseguite le fasi tradizionali della lavorazione dell’olio. Nel Museo dell’olio è conservato un frantoio del 1788: la grande ruota di pietra serviva per schiacciare le olive con il suo peso; era fatta girare da un mulo o da un cavallo.
Questa operazione era la “frangitura”, la prima fase della lavorazione delle olive, che serviva a separare la polpa dai noccioli e a rompere questi ultimi.
La seconda fase della lavorazione delle olive è la “spremitura”.
Nel Museo puoi vedere delle presse che risalgono al Cinquecento. Queste macchine di legno schiacciavano, con pesanti travi, la polpa delle olive all’interno di appositi cesti detti “fiscoli”. L’olio usciva dai lati dei cesti. Alla fine l’olio veniva filtrato attraverso foglie intrecciate.
Puoi recarti attraversando la campagna alla Chie setta di San Donato. Questa chiesa del IX secolo è stata restaurata e ora ospita una sezione del Museo in cui sono raccolti quadri e sculture che celebrano l’olio nella tradizione e nella cultura me di terranea. Intorno alla chiesa c’è il “Giardino degli ulivi del mondo”, dove potrai ammirare e imparare a riconoscere tutte le diverse qualità di piante di olivo coltivate nell’area mediterranea.