Le case degli uomini del Paleolitico, poste sui fianchi della montagna, godevano di una splendida vista sul mare, ma a loro forse la cosa non interessava. Contavano di più la sicurezza del luogo, difficile da raggiungere, e il clima mite anche durante i periodi più duri, che garantiva una buona possibilità di caccia e di raccolta. Come ci dicono i materiali ritrovati nelle grotte, essi abitarono le caverne dei Balzi Rossi, che si aprono a strapiombo sul mare vicino a Ventimiglia. Dalla Grotta del Prin ci pe, la più grande tra quelle esplorate, proviene il più antico resto scheletrico umano di tutto il complesso: un frammento di osso del bacino appartenente a un Homo erectus che è stato datato a circa 230 000 anni fa. Dalla grotta provengono anche molti strumenti in osso, in selce, conchiglie, ma anche resti di ossa di animali (rinoceronte, ippopotamo, orso, marmotta) che testimoniano l’alternanza di periodi di clima caldo e freddo.
Nella cavità della Barma Grande sono state rinvenute numerose sepolture di Homo sapiens. I corpi furono deposti l’uno a fianco dell’altro, cosparsi di ocra rossa. Il corredo era composto di conchiglie forate, vertebre di pesce, denti di cervo, pendagli in osso lavorato, lame di selce molto lunghe. Nella Grotta dei Fanciulli gli scheletri di due bambini erano ricoperti da conchiglie forate: si trattava probabilmente di ornamenti cuciti su abiti di pelle. Per avvicinar ti al mondo affascinante della Preistoria, concediti una visita al Museo Preistorico dei Balzi Rossi, nelle cui sale sono conservati i materiali ritrovati, e un giro nelle grotte aperte ai visitatori.
Il nome Balzi Rossi deriva dal colore delle pareti di calcare che, a causa della presenza di minerali di ferro ossidati, appaiono rossastre.