Lasciata la Val Venosta a Spondigna entri nella Valle di Trafoi (in ladino Tre fontane) che sale seguendo la statale 38 dello Stelvio. Dopo Prato allo Stelvio il paesaggio cambia rapidamente. Scom paio no i frutteti e ti trovi a risa lire una valle stretta, selvaggia, coperta di fitti boschi verso Gomagoi, dove puoi vedere la colonna posta a ricordo della costruzione della strada e un forte di sbarramento costruito dagli Austriaci. Sei nel cuore del Parco Nazionale dello Stelvio. La strada procede serpeggiando lungo le rive del torrente tra ampi boschi di larici lasciando intravedere a volte lo splendore delle cime innevate. Poi la valle si apre nell’ampia conca di Trafoi, dove vale la pena di fermarsi un attimo ad ammirare il paesaggio. Alle tue spalle si vede ancora lontano il Monte Palla Bianca; davanti a te, oltre i boschi, si leva con la sua bellezza severa il grande massiccio dell’Ortles, con aspre pareti di roccia scura e azzurre lingue di ghiaccio solcate da profondi crepacci. Ora la strada si fa davvero difficile. Da Trafoi comincia la lunga serie di ripidi tornanti che portano ai 2758 m del Passo dello Stelvio, il più alto d’Europa. Man mano che si sale il paesaggio intorno diventa sempre più spoglio: gli abeti lasciano il posto ai pascoli e poi alle morene, ampie distese di pietre lasciate dai ghiacciai che si ritirano sempre più in fretta. Superato il Casino dei Ròtteri (spalatori di neve) tra alte cime ricoperte di neve, finalmente, ti appare il passo, con i suoi alberghi e gli impianti di risalita per lo sci estivo.
La Valle di Trafoi.
La strada che sale al Passo dello Stelvio.
La scuola di sci al Passo dello Stelvio.